«La gioia perfetta è costruire la pace senza rispondere con la violenza»
L'intervento di fra Marco Moroni alla Marcia della Pace
di RedazioneFioretti di san Francesco - La perfetta letizia
Venendo una volta san Francesco da Perugia a Santa Maria degli Agnoli con Frate Leone a tempo di verno, e il freddo grandissimo fortemente il crucciava, chiamò Frate Leone, il quale andava innanzi, e disse così: Frate Leone, avvegnadiochè li Frati Minori in ogni terra tiene grande esemplo di santitade e di buona edificazione, nientedimeno iscrivi, e nota diligentemente, che non è quivi perfetta letizia. E andando san Francesco più oltre, il chiamò la seconda volta: O Frate Leone, benchè ’l Frate Minore allumini i ciechi, e distenda gli attratti, iscacci le demonia, renda l’udire alli sordi e l’andare alli zoppį, il parlare alli mutoli, e ch’è maggiore cosa, risusciti li morti di quattro dì: scrivi, che in ciò non è perfetta letizia. E andando un poco, gridò forte: 0 Frate Leone, se ’l Frate Minore sapesse tutte le lingue, e tutte le scienze, e tutte le scritture, sicchè sapesse profetare, e rivelare non solamente le cose future, ma eziandio li segreti delle coscienze e degli animi; scrivi, che non è in ciò perfetta letizia. Andando un poco più oltre, san Francesco chiamo ancora forte: O Frate Leone, pecorella di Dio, benchè il Frate Minore parli con lingua d’Angelo, e sappia i corsi delle stelle, e le virtù delle erbe; e fossonli rivelati tutti li tesori della terra, e cognoscesse le virtù degli uccelli, e de’ pesci, e di tutti gli animali, e degli uomini, e degli alberi, e delle pietre, e delle radici, e dell’acque; iscrivi, che non è in ciò perfetta letizia. E andando ancora un pezzo san Francesco chiamò forte: O Frate Leone, benchè ’l Frate Minore sapesse sì bene predicare, che convertisse tutti gl’infedeli alla Fede di Cristo; scrivi, che non è ivi perfetta letizia. E durando questo modo di parlare bene di due miglia, Frate Leone con grande ammirazione il domandò, e disse: Padre, io ti priego dalla parte di Dio, che tu mi dica, dov’è perfetta letizia. E san Francesco si gli rispose: Quando noi saremo a Santa Maria degli Angeli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo, e infangati di loto, e afflitti di fame, e picchieremo la porta dello luogo; e ’l portinaio verrà adirato, e dirà: Chi siete voi? e noi diremo: Noi siamo due de’ vostri Frati, e colui dirà: Voi non dite vero: anzi siete due ribaldi, che andate ingannando il mondo, e rubando le limosine de’ poveri; andate via; e non ci aprirà, e faracci istare di fuori alla neve e all’acqua col freddo e colla fame, insino alla notte, allora se noi tanta ingiuria, e tanta crudeltate, e tanti commiati sosterremo pazientemente senza turbarcene, e senza mormorare di lui; e penseremo umilmente e caritativamente, che quello portinaio veramente ci conosca, e che Iddio il fa parlare contra a noi: o Frate Leone, iscrivi, che qui è perfetta letizia. E se noi perseveriamo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato, e come gaglioffi importuni ci caccerà con villanie, e con gotate, dicendo: Partitevi quindi, ladroncelli vilissimi, andate allo spedale, che qui non mangerete voi, nè albergherete; se noi questo sosterremo pazientemente, e con allegrezza, e con amore; o Frate Lione, scrivi, che quivi è perfetta letizia. E se noi pur costretti dalla fame, a dal freddo, e dalla notte, più picchieremo, e pregheremo per l’amore di Dio con grande pianto, che ci apra e mettaci purè dentro; e quelli più scandolezzato dirà: Costoro seno gaglioffi importuni; io gli pagherò bene come sono degni: e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per lo cappuccio, e gitteracci in terra, e involgeracci nella neve, e batteracci a nodo a nodo con quello bastone: se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza, pensando le pene di Cristo benedetto, le quali dobbiamo sostenere per suo amore; o Frate Lione, iscrivi, che qui e in questo è perfetta letizia: e però odi la conclusione, Frate Lione. Sopra tutte le grazie, e i doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere sè medesimo, e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie, ed obbrobrii, e disagi; imperocchè in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, perocchè non sono nostri, ma di Dio; onde dice l’Apostolo: Che hai tu, che tu non abbi da Dio? e se tu l’hai avuto da lui, perchè te ne glorii, come se tu l’avessi da te? Ma nella croce della tribolazione, e della afflizione ci possiamo gloriare, perocchè questo è nostro; e perciò dice l’Apostolo: Io non mi voglio gloriare, se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo.
Cari miei, la gioia perfetta per Francesco è se non ci adiriamo neppure davanti a colui che ci fa del male. La gioia perfetta è costruire la pace senza rispondere all'altro con la violenza, ma pregando per lui, accogliendolo, cercando di volergli bene, facendo tutto il possibile. La pace si raggiunge solo così, con la non violenza. Disarmiamoci, fratelli e sorelle.
Grazie a Dio, anche Papa Leone continua a ripeterlo, in lui abbiamo un alleato.
Grazie.
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