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Cesario di Nazianzo, il medico dell’imperatore che divenne santo

Dopo una vita di successo e fama, Cesario si ritirò in preghiera e penitenza

A Nazianzo in Cappadocia, nell’odierna Turchia, san Cesario, medico, fratello di san Gregorio Nazianzeno”, così recita il Martirologio Romano alla data del 25 febbraio. In questi pochi tratti, così viene descritto il santo, nato a Nazianzo, località dell’odierna Turchia. Troviamo informazioni in merito alla sua vita, grazie all’orazione funebre che il fratello San Gregorio scrisse alla morte di Cesario.

San Cesario di Nazianzo (330- 369) nacque in una famiglia di forti valori cristiani. Infatti, molti componenti della sua famiglia, come il fratello Gregorio, il padre - di nome Gregorio anche lui - nonché la madre Monna, trovarono la gloria degli altari. La numerosa famiglia di origine viveva in condizioni economiche modeste, ma comunque in grado di fornire ai figli un’ottima preparazione culturale. San Cesario, al contrario di suo fratello Gregorio (che scelse la teologia come campo di studio), optò per le materie scientifiche, quali la geometria e la medicina. Compì i propri studi precedentemente a Cesarea di Cappadocia, e poi nella famosa Alessandria d’Egitto, culla delle scienze, delle arti e della letteratura, fucina di menti brillanti. Ritornato in patria, dopo gli studi condotti in queste due importanti località, cominciò ad esercitare la professione di medico.

Le sue capacità di guarigione divennero così note che lo stesso imperatore Costanzo II lo invitò a recarsi a Costantinopoli, alla sua corte. Fu così che divenne il medico personale dell’imperatore e di tutta la sua corte. In questi anni, Cesario conobbe un così grande successo professionale che gli valse la fama di miglior medico di tutto l’impero. Anche l’imperatore Giuliano l'Apostata, successore di Costanzo II, lo confermò nell'incarico di medico di corte, nonostante rifiutasse di aderire al ripristino del culto pagano. La sua fama, intanto, cresceva sempre di più: infatti, erano infiniti i casi di malattie incurabili che Cesario riusciva a debellare, grazie alla sua scienza e all’instancabile dedizione nella sua professione medica. A seguito di questa notorietà nell’ambiente di corte, fu nominato questore della Bitinia, nel 368.

Fu proprio il 368, l’anno chiave della sua vita: dopo aver passato l’intera esistenza come catecumeno, decise di farsi battezzare. E questo avvenne dopo un evento che gli fece cambiare radicalmente vita: il grande terremoto che colpì Nicea, città dove Cesario stava svolgendo la sua professione di medico. Cesario si salvò miracolosamente da questo terribile terremoto e vedere attorno a lui morte e distruzione, lo colpì profondamente. Il suo cuore rimase turbato per diversi giorni, fino a quando decise - col battesimo - di intraprendere un “cammino dell’anima” che lo spinse a ritirarsi dalla vita pubblica, per ritirarsi in preghiera e penitenza. Morì un anno dopo, nel 369. Nel testamento dispose che ogni sua ricchezza fosse donata ai poveri.

Nella Chiesa d’Occidente la sua festa è celebrata oggi, 25 febbraio. Il suo culto è molto sentito in Grecia, dove la Chiesa ortodossa, festeggia San Cesario, il 9 marzo.

Antonio Tarallo



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